Giornalino dell’Arte Espressionismo

Giornalino dell’Arte

ESPRESSIONISMO: La natura come testimone della realta’

L’espressionismo rappresenta l’anima dell’artista direttamente nella realta’, lo spirito
contro la materia gli occhi dell’anima sono le fondamenta del movimento espressionista,
gli occhi interni vedono insieme a quelli esterni: vedere con l’anima, metodo
romantico di unire l’arte e il modo di vivere, la natura vista come testimone della
realta’ che nel caso dell’Espressionismo, movimento che si sviluppa in Germania tra il
1905 e il 1925 e’ una realta’ fatta di guerre, lotte di classe perdita di valori e ideali che
porteranno poi alla seconda guerra mondiale; il movimento cerca di opporsi a questo
sistema rappresentando nell’arte i problemi le tensioni e gli stati d’animo di quegli anni.
L’Espressionismo si manifesto’ in due gruppi e due aree diverse della Germania: da una
parte a Dresda il 7 giugno del 1905 quattro artisti studenti Ernst Kirchner, Fritz Bleyl,
Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff fondarono Die Brucke ( il Ponte); il nome fu
ispirato da una frase di Nietzsche in “Cosi’ parlo’ Zarathustra” che dice: “ la grandezza
dell’uomo e’ di essere un ponte e non uno scopo: nell’uomo si puo’ amare che egli sia
una transizione e non un tramonto”. Essi rinnovarono non solo l’arte con il loro
movimento ma anche la musica, la letteratura e il teatro, nel loro Die Brucke aderirono
ed entrarono anche artisti del calibro di Emil Nolde, Otto Mueller e Max Pechstein,
la loro pittura voleva esprimere emozioni e stati d’animo, insieme alla pittura
adottarono anche la xilografia come forma d’espressione.


Autoritratto di Erich Heckel

L’altro gruppo che si manifesto’ si chiamo’ Der Blaue Reiter ( Il Cavaliere Blu) fondato
nel 1911 a Monaco di Baviera da Vassilij Kandinskij e Franz Marc, in questo movimento
la liberta’ e l’intensita’ nell’utilizzo del colore erano alla base di questo nuovo
Espressionismo che andava sempre piu’ verso una visione fantastica e astratta della
 realta’, questo movimento si espanse in tutta Europa dove i maggiori esponenti furono
 oltre Kandinskij e Marc anche Munch, Schiele, Bakker, Kokoschka, Kubin e in Italia
Carlo Levi e Ernesto Treccani. Il nome Der Blaue Reiter deriva dall’amore di Kandinskij
per il colore blu dalla  passione di Marc per i cavalli e soprattutto da un quadro di
Kandinskij del 1903 chiamato appunto Der Blaue Reiter il Cavaliere Blu.

Il Cavaliere Blu di Vassilij Kandinskij 









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